l'urlo

L’inizio della settimana vi turba? La sveglia del lunedì mattina non vi lascia dormire? E ci credo, se no non sarebbe una sveglia!
Nessun problema! Ci sono qua io a darvi il giusto stimolo per iniziare la settimana lavorativa con il piede giusto!
Ah, non lavorate questa settimana? Beh, allora tornate a dormire e lasciate proseguire la lettura a chi invece lavora.

(E così, pochissimo tempo dopo aver decretato la morte del mio blog, esce un nuovo articolo. Un articolo poco serio, certo, nientemeno che una corbelleria. Però esce. Dirò di più, ho iniziato a scrivere questo post ancor prima che il precedente venisse pubblicato. Sono proprio un burlone vero? Oppure semplicemente sono uno che scrive quello che gli pare).

L’idea del contenuto di questo articolo risale a circa una quindicina di anni fa, quando lavoravo a Piacenza (ho fatto un lavoro solo a Piacenza, quindi se chi legge è stato un mio collega a Piacenza sto parlando proprio di quel periodo).
All’epoca non sapevo che tale idea sarebbe diventata un post di un blog, ovviamente. Però mi sarebbe piaciuto diffonderla tra coloro che in futuro avrebbero lavorato con me (cosa che in certi contesti ho anche fatto).
Più tardi, con l’avvento dei social, c’è stato un periodo (che per qualcuno purtroppo non è ancora finito) in cui andava di moda, il lunedì, pubblicare post sul fatto che fosse lunedì.
Peggio ancora, qualche malvagio nemico dell’umanità aveva il coraggio – e il pessimo gusto – di pubblicare simili messaggi demotivazionali già di domenica.

Ebbene, penso sia ora di dire basta a tale scempio di entusiasmo. Penso sia il momento di far conoscere al mondo quale sia il modo migliore per affrontare il lunedì e tutta la settimana senza patemi e con entusiasmo. Se volete conoscere questo sistema vi invito quindi a proseguire la lettura (se invece non ve ne importa nulla smettete subito di leggere che poi vi bruciano gli occhi).

Premessa:

lo schema motivazionale qui illustrato prevede una giornata lavorativa di cinque giorni, con sabato e domenica liberi. Qualora lavoriate anche di sabato o qualora il vostro giorno di riposo sia un giorno infrasettimanale potete adattare lo schema a vostro uso e consumo. Se invece siete tra coloro che lavorano sempre oppure non lavorano mai, posso solo dirvi che avete tutta la mia comprensione e solidarietà.

Il contenuto sapienziale:

prendendo spunto dalla famosa citazione di Gotthold Ephraim Lessing

l’attesa del piacere è essa stessa il piacere

mi sono permesso di derivarne la massima

l’attesa del sabato è essa stessa il sabato.

La persona non iniziata alla tecnica qui descritta solitamente non è persuasa di tale affermazione, tuttavia potrà interiorizzarla tramite la pratica stessa che si avvale della formula vedica del mantra.
Ricordo inoltre che, per una maggiore efficacia della tecnica, è utile esprimere le formule da me proposte ad alta voce condividendole tra i colleghi.

lunedì:

a questo punto vediamo come affrontare il lunedì.
La formula da scambiarsi reciprocamente quando si inizia il lavoro settimanale è la seguente:

il primo passo verso il venerdì è stato fatto.

Esaminando tale frase possiamo notare come il sabato non venga nemmeno citato. Il motivo è semplice: recitando il mantra per diverse settimane il proprio inconscio finirà con l’associare il venerdì direttamente al sabato, facendovi così interiorizzare, come precedentemente scritto, il fatto che l’attesa del sabato è il sabato stesso.
Per una maggiore efficacia, è necessario che la formula sia espressa con ottimismo o, se ciò risultasse difficile, con animo sereno o spirito festoso.

martedì:

la frase del giorno è:

siamo a metà della salita.

Ebbene sì: immaginando di paragonare la settimana lavorativa ad una montagna da scalare, perché associarla solo alla salita? Associandola sia alla salita che alla discesa la salita sarà molto più breve!

mercoledì:

la frase del giorno va recitata a metà giornata lavorativa ed è la seguente:

ora inizia la discesa.

Fantastico! Abbiamo iniziato a lavorare l’altro ieri e già siamo in discesa! Questo si che è ottimismo allo stato puro!
Per coloro che preferissero una metafora più acquatica, è possibile sostituire l’idea della vetta appena raggiunta – e superata – con la classica metafora del giro di boa. Tuttavia io preferisco la metafora della montagna in quanto, a differenza che nel nuoto, la discesa presenta il vantaggio della forza di gravità che viene in nostro aiuto.

giovedì:

ormai è quasi fatta, manca poco. Stiamo rotolando come massi. La frase ci riporta molto vicino alla realtà ed è:

domani è venerdì.

Se detta con convinzione, caricherà il venerdì di tutta l’energia del sabato. Importante a questo punto il tempo presente del verbo essere. Non “sarà” ma “è”, in modo da proiettare il giovedì stesso nel venerdì (che a sua volta in quanto attesa del sabato non è che il sabato stesso).

venerdì:

siamo arrivati. La meta è stata raggiunta. La frase del giorno, da scambiarsi più volte parlando lentamente e con voce serena è

è venerdì.

In due parole sarà a questo punto racchiuso tutto il potere ritemprante del weekend, e la fatica lavorativa scivolerà via come il piede sulla buccia di banana.

Conclusione e osservazioni finali:

un giorno un tale a cui proposi questo schema obiettò che uno deve disprezzare particolarmente quello che fa se deve usare un metodo del genere. Onestamente penso che una critica simile nei confronti di un giochino prettamente goliardico come questo denoti semplicemente incapacità di vedere il lato comico delle cose.
E incapacità di vedere il lato comico delle cose significa vedere le cose in un solo modo.
E vedere le cose in un solo modo significa non accorgersi che la propria realtà potrebbe non essere reale.
E di questo ho già scritto tempo fa.