MusicoterapiaIl testo di questo post non è nuovo. Ammetto di averlo usato quando ho creato la pagina facebook del gruppo in questione.
Tuttavia, i casi della vita mi hanno portato ad incapparvi mentre cercavo qualche spunto per un prossimo articolo.
La cosa divertente è che non vi sono incappato navigando sulla pagina che creai all’epoca, bensì l’ho ritrovato in una pagina dedicata a questa mia band all’interno di un sito a me assolutamente sconosciuto e mai visto prima.

Bizzarro anche il fatto che giusto pochi giorni fa abbia pubblicato quest’altro articolo in merito.
Comunque, rileggerlo mi ha fatto sorridere, quindi lo ripropongo in toto. Per la cronaca la pagina del sito sconosciuto citato poc’anzi è questa.

La nuova pagina della storia del rock

Nato nella ridente pianura lodigiana, "gli abitanti del pollaio" sono un gruppo da studio la cui missione è stravolgere la storia del rock facendo uso dell'umorismo e dell'ironia.

Gli abitanti del pollaio sono:
Alex "il magutto del rock" (batteria e voce);
Benedetto "Capitano Ben" (chitarra acustica, percussioni, elettrodomestici e voce);
Franco "l'artistA con la A finale maiuscola" (chitarra acustica, slide, 12 corde, elettrica e voce).

A questo mitico trio si aggiungono:
Maurizio "Lord Iciuz" (basso e voce nel disco "Sua lungimiranza il disco");
Martino "Little Mars" (basso, tastiera e voce nel disco "Musicoterapia").

Poco altro da aggiungere se non che dischi come i loro nessuno aveva mai avuto il coraggio di inciderli...

-DICHIARAZIONI DEL MONDO ALL'USCITA DEL DISCO "MUSICOTERAPIA" NEL 2009:

...il nuovo disco de "Gli abitanti del Pollaio" vede l'ingresso del polistrumentista Little Mars al posto del glorioso bassista Lord Iciuz. Pertanto l'album viene pubblicato a nome di "Little Mars e gli abitanti del pollaio" e, con il titolo di "Musicoterapia" segna una profonda svolta nello stile compositivo del gruppo...
(conferenza stampa Milanofiori 11/12/2009)

...conosciuti fino ad ora per la goliardia dei loro testi, Gli abitanti del Pollaio, nel nuovo disco, stupiscono invece per la profondità dei contenuti (pur caratterizzati da grande ironia e giocosità)...
(April O'Neil, giornalista)

...musicalmente siamo di fronte a un disco a 360°, che spazia dal jazz al folk, concedendosi punte hard e strizzatine d'occhio a sonorità sintetiche, il tutto con grande disinvoltura e mantenendo uno stile riconoscibile ad ogni battuta, in ogni frase...
(Assurancetourix, bardo)

...dannatamente efficace la descrizione di quotidianità del primo brano, che affronta senza remore i limiti intrinseci della filosofia meccanicistica...
(Borat Sagdiyev, giornalista)

...lo stile di Little Mars rappresenta un unicum nella musica italiana. La sua timbrica innovativa e nello stesso momento tradizionale, il senso del tempo assolutamente personale, i contrappunti pianistici hanno portato una ventata di freschezza a Gli abitanti del Pollaio, fino a ieri poco avvezzi a tali stimoli e a tali sonorità...
(Schroeder, pianista classico)

...e che dire del secondo brano, omaggio al movimento dadaista da cui si ispira per la tecnica compositiva? Tuttavia, ad un ascolto più attento, ci si accorge di come, contrariamente allo spirito dadaista, tale brano sia intriso di citazioni più o meno colte. Per cui nessuna rottura con la tradizione, ma sintesi e rielaborazione...
(Eric Draven, chitarrista rock)

...autore di ben tre brani su cinque, Ben stupisce per la capacità di padroneggiare strumenti assolutamente non convenzionali. L'avevamo conosciuto percussionista nel primo disco, oggi lo scopriamo interprete di ben più alta levatura...
(Mastro Geppetto, falegname)

...è lodevole come, in questo disco, Gli abitanti del Pollaio si rivelino anche nelle vesti di artisti impegnati. Emerge come l'ecologia e la sua salvaguardia siano temi molto cari ai nostri, che dedicano all'ambiente ben due brani su cinque...
(Lisa Simpson, sassofonista)

...tra accompagnamenti con la 12 corde, fraseggi con lo slide in ottone, passando per parti di chitarra synth e tornando a sonorità elettriche e acustiche tradizionali, non si può dire che in questo disco le chitarre di Franco non ricoprano un ruolo di primo piano...
(Kent Brockman, giornalista e conduttore televisivo)

...degna di lode è l'ultima traccia. Vero punto di svolta per tutta la musica, questo pezzo pone interrogativi teologici mai affrontati neppure dai grandi del passato. E' emblematico come una così scottante questione sia affrontata in un (grande) disco di musica leggera e non in contesti più formali...
(Jack McGee, reporter)

...ma forse il musicista che più incarna lo spirito del gruppo è proprio il batterista Alex (Rick Waughn): il suo batterismo atipico, la dinamica imprevedibile, i fraseggi assolutamente personali e fuori dagli schemi si riconoscono dalla prima battuta. I fan del primo album sorrideranno a riscoprire, nei fill più azzardati, lo stile che aveva reso indimenticabili certi passaggi e certi finali di batteria...
(Rita Skeeter, giornalista)

...per chi si chiedesse "ma il cantante?" ecco che Gli abitanti del Pollaio stupiscono ancora. E abbandonata l'idea di un vocalist unico, affidano i loro messaggi a più voci. Così dove una voce stupisce, l'altra incanta, dove una chiede, l'altra risponde, dove una incita, l'altra ammalia...
(Grace Hamilton, fotocronista)

...e già si mormora che il tormentone "Scusi Q9moto?" del secondo brano possa diventare la supercazzola del prossimo decennio...
(Clark Kent, reporter)

...sembrerà incredibile, ma il singolo "Il medico legale" che aveva fatto conoscere Gli abitanti del Pollaio al mondo nel 2005, impallidisce di fronte al nuovo brano di apertura "Il signor McCunningham"...
(Gengive Sanguinanti Murphy, sassofonista jazz)

...il brano "Dada Pop" è fantastico. Nemmeno Battiato ha mai osato tanto...
(Emmet Ray, chitarrista jazz)

Dimenticavo… Se a qualcuno a questo punto fosse venuta un po’ di curiosità, il disco lo trovate qui.