Una parola è un’espressione (scritta o orale) che identifica un’idea o un concetto all’interno di un sistema convenzionale.

Che vuol dire? Vediamo un po’…

  • Che una parola sia un’espressione è evidente. “Cane” è un’espressione.
  • Che possa essere scritta è altrettanto evidente. E’ scritta qui: “Cane“. Questa è una parola scritta. Se la pronunciate è orale.
  • Identifica un’idea o un concetto? Ni. Anzi, detto così, proprio no.
  • identifica un’idea o un concetto all’interno di un sistema convenzionale? Sì (così va meglio).

Facciamo subito un esempio per tagliare la testa al toro (povero toro, chissà che ha fatto per meritarsi questo):

  • Se parliamo di animali, la parola “cane” significa una cosa.
  • Se parliamo di armi da fuoco, “cane” ne significa un’altra.
  • Se parliamo di falegnameria, il significato di “cane” è ancora diverso…

Il fatto che “cane” e “cane” si scrivano nello stesso modo complica enormemente la faccenda.

Certo, dato il contesto è chiaro, ma se per esempio un cacciatore (che ha in mano un fucile e al suo fianco un segugio) dice “ho qualche problema con il cane” la frase potrebbe non essere inequivocabile (rileggo e mi dico: ma che razza di esempio che mi sono inventato).

Facciamo un esempio un po’ più corposo:

cosa significa laico? A seconda del contesto può voler dire:

  • aconfessionale (autonomo rispetto a qualunque autorità religiosa)
  • che non segue rigidamente un’ideologia
  • non clericale (quindi appartenente ad una religione ma non al suo clero)
  • non appartenente ad una data istituzione (per esempio i laici all’interno della magistratura)
Sant'Agostino

ma che sta a scrivere questo?

Attenzione, qui iniziano ad esserci problemi. A seconda del contesto, la parola laico può identificare in certi casi qualcosa di religioso e in certi altri qualcosa di non religioso. Terribile, se non stiamo attenti possiamo capire una cosa o il suo esatto contrario!

Non è un problema fittizio! Uno dei motivi per cui molte persone sono indotte a commettere questo errore di valutazione è perché danno per scontato il sistema convenzionale di riferimento. Moltissime volte, anzi, ignorano bellamente che esista un sistema convenzionale, dando per scontato che quello da loro vissuto sia l’unico possibile (vedi il mio post sulla realtà di qualche tempo fa).

Aggiungo che, talvolta, alcuni fini dicitori sfruttano volutamente questa ambiguità per “contrabbandare” concetti da un sistema convenzionale in cui tali concetti hanno senso ad altri in cui

un senso non ce l’ha.

Franco, ma non è che questi sono tutti trip mentali? Devo veramente pormi tutte queste domande prima di parlare? Se devo dubitare di tutte le parole che dico o sento non mi passa più!

Mah, veramente penso che nessuno “debba” niente. Può darsi che si possa vivere felici senza mai uscire dal proprio sistema convenzionale, comunicando solo con appartenenti al proprio sistema convenzionale e valutando le parole altrui esclusivamente tramite il dizionario del proprio sistema convenzionale (ovviamente ottenendo talvolta traduzioni che non hanno niente a che fare con il messaggio originale).

Può darsi.

Ma può darsi di no.

Io nel dubbio dubito.