FelixA. amava gli animali.
Un bel giorno disse a sua madre “mamma! Da domani vado a fare il volontario al gattile con il mio amico Aldo!”
Subito la mamma lo interruppe:
“A., sono contento che ti vuoi impegnare in qualche cosa di concreto, ma con tutte le persone che hanno bisogno non pensi che investire il tuo tempo in un gattile non sia proprio la cosa migliore da fare?”
A. ci pensò un po’ su… D’altra parte lui era solo un ragazzino, sua madre sicuramente doveva saperne più di lui.
Fu così che il giorno dopo, per non correre il rischio di investire le sue energie in un’attività poco importante, A. rimase a casa a giocare con i videogiochi.

B. viveva in un quartiere periferico; in quel quartiere erano stati assegnati degli alloggi ad alcune famiglie di profughi fuggite da una guerra.
B. chiese a suo padre se, secondo lui, avrebbero dovuto fare qualche cosa per aiutare quelle persone.
Suo padre disse: “perché mi chiedi questo, quando ci sono un sacco di italiani che avrebbero bisogno? Gli stranieri andrebbero aiutati a casa loro”.

via latteaC. da giovane sognava lo spazio. Un giorno confidò a sua nonna che il suo sogno sarebbe stato diventare un astrofisico o un ingegnere aerospaziale; chissà, magari avrebbe scoperto qualcosa che avrebbe rivoluzionato la storia dell’uomo.
La nonna gli rispose: “ma guarda te se con tutta la gente che muore di sete te devi perdere tempo a guardare le stelle”.
C. non diventò mai ne astrofisico ne ingegnere. Ovviamente non risolse nemmeno il problema della sete.

D. era un idealista e avrebbe avuto voglia di fare qualcosa per rendere il suo pianeta un posto migliore.
Un giorno chiese ai suoi amici se qualcuno avesse voluto partire con lui per andare a prestare aiuto in un lontano villaggio africano. Uno di loro rispose: “D., ma con tutti i problemi che ci sono qui da noi perché andare così lontano per aiutare qualcuno?”.
D. decise che doveva pensarci ancora un po’, prima di partire.

bandiera arcobalenoE. era un attivista politico e lottava per le minoranze. Il suo motto era “pari diritti per tutti”.
Durante una campagna per l’allargamento di alcuni diritti ad alcune fette della popolazione, un avversario politico lo apostrofò dicendo “sì, va bene i diritti, ma ci sono altre priorità da valutare prima”.
E. fino a quel momento aveva creduto che più persone potessero perseguire più obiettivi contemporaneamente.

F. era saggio, e aveva la verità in tasca.
F. sapeva che ci sono sempre cose più urgenti o prioritarie da fare.
F. non correva il rischio di investire le proprie energie per fare una cosa che non fosse la più importante.
Perché F. sapeva come rendere il mondo un posto migliore.
F. non faceva niente.