Avevo promesso di scrivere questo articolo diverso tempo fa. Poi per vari motivi la bozza è rimasta confinata nel dimenticatoio fino ad ora. Pazienza, meglio tardi che mai…

…Ebbene sì, lo ammetto.

Era lì, riposto nella sua comoda misura, pronto ad essere suonato, quando, d’improvviso, l’oblio!
L’oblio che fece mi pensare “e mo’? E adesso che accordo c’è? Nel dubbio, sarà forse il caso di suonare una pausa?“.

Tentennando tentennando cercai di prender tempo, ma non ne trovai lì a disposizione.
E poi del futur non c’è certezza, se dalla pausa non si sa su che accordo terminare.

Fece capolino un Fa#. (Sei titubante? Gioca il fante! Il fante non c’è? Suona un Fa#… Probabilmente devo aver pensato qualcosa del genere).

Forse non fu una scelta molto felice… Un rapido colpo di mano, un’alterazione inaspettata, di quelle che fanno molto jazz o molto noise. Peccato che non fosse ne l’uno ne l’altro, e l’errore che ne risultò fu addirittura pleonastico.

Già, il pleonasmo sull’errore, o la gramigna tra il cotone: un errore di sbaglio!

Oibò, che triste destino il mio. Avrei convissuto con questa macchia per il resto della mia vita.
Beh, no, della vita no. Facciamo per il resto della serata.
Magari nemmeno tutta.
Chissà l’indomani se vi avrei ancor pensato!

Poi, d’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, mi giunse in soccorso una visione:

la massa della terra… La legge di gravitazione universale…
La terra, i pianeti, il sistema solare…
Il sole, la galassia, le galassie più lontane…
L’universo…
Le ere geologiche, la piccolezza dell’uomo di fronte al tutto…

Insomma, alla fin della fiera… Ma chi se ne frega del Mi7!
Che sarà mai? E poi, anche nel disco c’era un accordo sbagliato, e tra l’altro chissà, magari non era stato così evidente ed increscioso il fatto.

E va bene, basta, confesso!
Secca assai sbagliare su Love me tender.