Il primo anno di questo millennio fu un anno artisticamente e umanamente molto intenso. Nuova musica, nuove esperienze, ma soprattutto nuove persone con cui poi (ma allora che ne potevo sapere) avrei condiviso tutti gli anni a seguire.
Quando iniziai a suonare la chitarra (o meglio, quando scoprii che esisteva la chitarra elettrica e decisi che “da grande” avrei voluto suonarla) non avevo una grande opinione del basso. Sinceramente non capivo come potesse venire voglia di suonare qualcosa che facesse BUM BUM mentre tutti gli altri facevano cose molto più interessanti. A dire il vero, complice anche la pessima qualità dei nastri e dei dispositivi con cui ero solito ascoltare musica all’epoca, a volte nemmeno capivo cosa dovesse fare il basso.
Fatta questa doverosa confessione, ammetto che con il passare del tempo le mie idee ebbero modo di cambiare radicalmente; ora però non stiamo a dilungarci troppo e arriviamo ai fatti salienti di questo post.
Nel lontano (non ero ancora nato) 1975 Brian Eno e Peter Schmidt, al fine di proporre un metodo per superare i blocchi mentali stimolando il pensiero laterale durante lo svolgimento di lavori creativi, inventano le famose strategie oblique.
Esattamente 40 anni dopo, il sottoscritto (che sono io), facendo di necessità virtù e quindi trovandosi materialmente e più volte nella necessità di presenziare a più impegni nell’arco della stessa sera, elabora le (meno famose) strategie ubique e stila il seguente decalogo (formato da nove punti fondamentali più un decimo ubiquo, che in quanto tale è implicito e pertanto non riportato per iscritto nell’elenco)
Il 2000 è stato l’anno del mio servizio civile.
Beh, formalmente partii l’anno prima, ma visto che la cartolina mi arrivò il terzultimo giorno dell’anno, mi pare ragionevole considerare il 2000 come anno effettivo di servizio (ricordo ai più giovani che all’epoca il servizio militare o civile era obbligatorio).