Quando iniziai a suonare la chitarra (o meglio, quando scoprii che esisteva la chitarra elettrica e decisi che “da grande” avrei voluto suonarla) non avevo una grande opinione del basso. Sinceramente non capivo come potesse venire voglia di suonare qualcosa che facesse BUM BUM mentre tutti gli altri facevano cose molto più interessanti. A dire il vero, complice anche la pessima qualità dei nastri e dei dispositivi con cui ero solito ascoltare musica all’epoca, a volte nemmeno capivo cosa dovesse fare il basso.

basso

Fatta questa doverosa confessione, ammetto che con il passare del tempo le mie idee ebbero modo di cambiare radicalmente; ora però non stiamo a dilungarci troppo e arriviamo ai fatti salienti di questo post.

Qualche tempo fa mi trovai nella necessità di registrare delle parti di basso per delle mie idee: in precedenza mi ero arrangiato usando drum machine, tastiere, o brutalmente scrivendo la partitura con qualche software. Tuttavia, questo processo mi risultava sempre troppo lento e poco immediato, e mi costringeva a sacrificare un sacco di finezze (sicuramente anche a causa della mia scarsa padronanza di strumenti “senza corde”).
Fu così che decisi di munirmi di basso e di risolvere il problema definitivamente.

Premesso che:

per diventare un bassista, comprare il basso non basta

e premesso anche che di diventare bassista non mi importava più di tanto, vediamo come evolse la cosa.

La prima cosa che mi dissi è che mi serviva qualcosa da poter padroneggiare rapidamente, possibilmente senza massacrarmi schiena e mani e che non occupasse uno sproposito di spazio in casa.
Dopo approfondita ricerca decisi di optare per un (leggerissimo ed economico) basso a scala corta.

BeatlesChiariamo subito: il basso a scala corta non è un basso per bambini, è un basso fatto e finito. Esistono capolavori musicali e grandi musicisti che non possono prescindere dalla scala corta. Vero anche che la scala lunga ha tutta un’altra personalità timbrica. A me però di tutto ciò non importava molto, quello che mi interessava era che la scala corta fosse estremamente comoda e mi consentisse, venendo dalla chitarra, di poter suonare praticamente da subito senza rilevante sforzo (e magari di poter riciclare una custodia per chitarra che già possedevo).

Purtroppo (per modo di dire) quando iniziai a suonare questo fantomatico basso mi accorsi che avevo, come si suol dire, fatto i conti senza l’oste.

Ebbene sì, anche se è vero che la scala corta è comoda, che le posizioni delle note sono le stesse della chitarra e tutto quanto, devo dire che suonare il basso non è affatto facile.

Anzi, sbilanciamoci: è difficile, è un gran casino!

Per prima cosa il basso è più faticoso. Vuoi per la tensione della corde grosse, vuoi per i tasti più lunghi, vuoi per le dimensioni dello strumento (questi due punti abilmente evitati con il mini-basso) la sforzo fisico richiesto è maggiore rispetto alla chitarra.

Musicalmente, il ruolo diverso impone un approccio mentale differente: se si vuol tirar fuori qualcosa di decente bisogna pensare da bassista. La testa da chitarrista (magari solista) qui può dare solo fastidio.

La dinamica è più difficile da gestire: suoni una sequenza di note uguali e invece di BUM BUM BUM BUM viene fuori bUm BBBUUUUMMMM bim bBuUuUuUmM BuM! Ovviamente scordatevi di risolvere il tutto con un compressore, sicuramente aiuta, ma prima tocca studiare!

E’ necessaria molta più disciplina: il timing non è un optional, scordiamoci di metterci a giocare estemporaneamente con slide, vibrati e abbellimenti senza causare traumi a tutta la costruzione del pezzo. D’altra parte si impara quanto cambiano le cose solo passando da legato a staccato.

Prima di fare ogni variazione, oppure prima di mettere (o togliere) una singola nota, dobbiamo chiederci venti volte cosa fanno tutti gli altri strumenti per non destabilizzare l’ordine costituito. Di conseguenza è necessario avere ben chiaro come funziona l’armonia del pezzo. Ok, è vero che, in un mondo ideale, anche con gli altri strumenti bisognerebbe avere sempre in testa tutto quello che sta succedendo, ma da chitarrista “rock” (e dintorni) ammetto che non sempre si è così ligi al dovere.

Infine: il bassista non può sbagliare. Mai!

(Tutte le cose dette sopra non valgono se si fanno, che ne so, solo brani dei Ramones. Ma in questo caso anche la chitarra non è che faccia grandi cose…)

Ah, ecco, esiste qualcosa che sul basso è più facile della chitarra! Forse (e dico forse) è più facile leggere uno spartito.

Bene, ho finito l’elenco semiserio dei motivi per cui il sottoscritto non dirà mai di saper suonare il basso.

In conclusione posso dire che fare pratica, anche per periodi brevi, su strumenti musicali diversi dal proprio non può fare che bene; sarebbe ancor più bello poterli approfondire, ma non sempre è possibile.
Comunque sia il basso è uno strumento figo.
Molto figo.
Fighissimo.

Ops, dimenticavo un pezzo… Nel titolo ho parlato esplicitamente di basso elettrico! Il perché è facile: con un paio di buone cuffie il basso elettrico si può suonare benissimo anche di notte, se è acustico, magari anche no! ;-)