Cos’era naturale?

Per anni F. aveva avuto una finestra che si affacciava su un campo di grano. E per diverso tempo, forse usando un’eccessiva semplificazione, aveva sostenuto di abitare in mezzo alla natura.

campo di grano

Natura. Cosa era naturale?

Un campo di grano era naturale?
Di fatto, stava pensando a qualcosa che in natura non esisteva. Beh, qualcosa di naturale nel campo in fondo doveva esserci. Forse non nella tecnica di coltivazione. Forse nemmeno all’interno della pianta, che nella sua forma attuale (ben diversa dall’originale) non poteva prescindere dall’azione dell’intelletto umano nel corso degli anni.
Insomma, qualcosa doveva esserci di naturale nel campo.
Dopo qualche altro tentativo, decise che, come esempio di qualcosa di veramente e totalmente naturale, quello dei campi di grano non era proprio l’esempio più azzeccato.

Improvvisamente, si accorse che il suo pensiero non stava più dedicandosi ai campi coltivati.
Pensava ora agli uomini.

Si guardò allo specchio. Quello che vedeva era il risultato della sola natura? Se lui fosse esistito “in natura” sarebbe stato esattamente quello che vedeva?

Beh, le premesse non erano delle migliori. Se alla nascita avesse avuto a disposizione solo i mezzi che la natura forniva all’uomo non sarebbe durato molti minuti.
In natura non esistevano le incubatrici.

Certo, per millenni gli uomini erano nati senza incubatrice, senza tagli cesarei, senza queste belle cose che l’ingegno umano (ma non la natura) offriva.
“Visto il mio esordio nel mondo” pensò fra sé “mi è andata bene che non ci fosse solo la natura ad accogliermi quando sono nato”.

Il suo sistema immunitario si poteva definire naturale?
In natura non esistevano i vaccini, lui era vaccinato, ne conseguiva che il suo sistema immunitario attuale doveva essere ben differente da quello che avrebbe avuto in una realtà puramente naturale.

E quindi non poteva nemmeno prescindere dalla chimica. Negli anni (come quasi tutti del resto) era stato sottoposto a cure farmacologiche che gli avevano permesso di sopravvivere a malattie un tempo mortali.
Se non fosse stato per la ricerca scientifica e i progressi della medicina, F. sapeva che avrebbe dovuto convivere con un’invalidità permanente e, forse, sarebbe già potuto morire più di una volta.

Insomma, non è che questa natura fosse proprio tutta… Rose e fiori!

Bastava pensarci poco, ed eccole tutte lì: correzioni della vista, protesi, organi artificiali, trasfusioni di sangue, trapianti di organi, chirurgia, risonanza magnetica, TAC, esami strumentali, cure mediche di ogni tipo… Tutte cose (buone e) innaturali grazie alle quali moltissime persone potevano godere di una vita dignitosa.

Forse le equazioni naturale = buono o non naturale = cattivo che andavano tanto di moda in quegli anni non erano proprio veritiere.

Ma allora qual era la verita?

Fu l’illuminazione di un istante:
La verità era che la natura non era ne buona ne cattiva. I concetti di buono o cattivo, giusto o sbagliato, bene o male non avevano niente a che fare con la natura. Non esisteva morale in natura. Non esisteva nessun concetto di giusto o sbagliato nel fatto che il gatto mangiasse il topo, che un pesce abissale non vedesse mai il sole o che i leoni maschi fossero soliti uccidere i cuccioli del capobranco spodestato.

La natura era natura.

F. prese in mano il suo iPhone e scrisse una semplice frase:
“prima di giudicare qualcosa perché in natura non è prevista, chiediamoci prima se la nostra vita, in natura, sarebbe contemplata.”