E’ passato più di un mese.
Ebbene sì, è già passato più di un mese.

Dicevo, è già passato più di un mese (un mese e undici giorni, per l’esattezza) dall’ultimo articolo (che poi era un racconto breve) pubblicato su questo mio blog.

supercazzola

A dire il vero avrei potuto far passare ancora più tempo prima di scrivere ciò che sto scrivendo adesso, tuttavia volevo rincuorare il blog stesso (nonché le persone che lo dovessero leggere, anche se dubito che costoro abbiano effettivamente necessità di essere rincuorate in merito, come anche il blog oggetto di eventuale lettura del resto) scrivendogli – o meglio, scrivendo su di esso – che non ho deciso di abbandonarlo ad un infelice destino, bensì che più semplicemente il sottoscritto sta impiegando il suo tempo prevalentemente per fare cose che non per scrivere in merito ad esse (dove esse sono le cose per le quali sto appunto impiegando il mio tempo).

In altri termini, il contenuto di questo meta-articolo (così definito in quanto articolo che tratta dell’articolo stesso, inserito non casualmente nella categoria metaBlog, che parla del blog stesso) è che, essendo attualmente più impegnato in cose che non in meta-cose, ho temporaneamente lasciato indietro le meta-cose (con l’ovvia eccezione di questo articolo, che di fatto costituisce una meta-cosa).

Tradotto in modalità “pane e salame”, più fatti e meno parole (che invece qui abbondano, e che rendono l’idea della ridondanza e delle futilità che talvolta esse – le parole – hanno).

E questo, che siate d’accordo o meno, è a mio parere una cosa solo positiva.

P.S.: dalla forma del mio scritto qualcuno potrebbe – dopo una prima e forse superficiale lettura – sostenere che sarebbe stato più appropriato inserire l’articolo nella categoria corbellerie piuttosto che in metaBlog. Ma tanto non è lui che categorizza i post, quindi ciò non ha la benché minima importanza.